I tre metodi di lavorazione dell’argilla sono: foggiatura al tornio, pressatura su stampo e colaggio.
I tre metodi di lavorazione dell’argilla sono: foggiatura al tornio, pressatura su stampo e colaggio.
Per ottenere un oggetto cilindrico si procede con la foggiatura al tornio, realizzando a mano la forma desiderata.
L’argilla viene posta su un tornio, oggi azionato con corrente elettrica, una volta era il torniante stesso che con le mani modellava l’argilla, e con la gamba movimentava il tornio (chiamato a pedale) in modo che la ruota girasse. In questo la tecnologia moderna ci aiuta molto, rimanendo comunque invariato il principio di lavorazione. È una fase della trasformazione che ammalia chi la osserva: da una semplice palla di argilla in pochi minuti il torniante crea gli oggetti più svariati.
Traspare semplicità di esecuzione ma possiamo rassicurarvi che si diventa bravi tornianti dopo tanti tanti anni di pratica! Il torniante, anche detto vasaio, lavora la palla davanti alla ruota del tornio che gira velocissima (egli può anche aumentare o diminuire la velocità della ruota con un apposito pedale). La palla viene prima centrata e poi con le mani pian piano modellata dal centro sollevandone le pareti fino ad ottenere la forma desiderata.
Così si ottiene l’oggetto “grezzo” che viene lasciato ad essiccare all’aria (mai al sole perché si spaccherebbe) per un periodo variabile e poi di nuovo il torniante lo rifinisce al tornio, eliminando sbavature e l’argilla in eccesso, assottigliando gli spessori per dare le giuste proporzioni al lavoro. In questa fase, una volta rifinito l’oggetto si applicano eventuali abbellimenti in argilla fresca come le decorazioni a rilievo e manici di vasi, attaccati con la barbottina (scarto fresco di argilla della prima tornitura) così l’oggetto è finito nella sua prima fase di modellazione.
Ora l’oggetto è posto di nuovo in essiccazione all’aria: perderà tutta l’umidità e cambierà colore pian piano, divenendo sempre più grigio chiaro, asciugandosi sarà pronto per la successiva fase di lavorazione: la cottura in forno.
Questo tipo di lavorazione è possibile anche con presse meccaniche, soprattutto quando si devono lavorare grandi quantità di oggetti (servizi di piatti, bicchieri ecc.), tuttavia la lavorazione più tradizionale è quella della calcatura a mano dell’argilla negli stampi in gesso. Lo stampo ha l’immagine o forma in negativo dell’oggetto da realizzare.
Il materiale di partenza è sempre la nostra argilla che viene calcata sullo stampo partendo dal punto più profondo e centrale. È un lavoro fatto esclusivamente con le dita, soprattutto i pollici, in questo modo si può imprimere maggior forza. Dal centro verso l’esterno si modella l’oggetto che, una volta rimosso dallo stampo in gesso, verrà trattato come l’oggetto tornito: essiccato all’aria per perdere umidità e poi pronto per la successiva cottura.
È una tecnica utilizzata per la produzione delle forme più complesse: animali in ceramica, candelieri, forme ricercate a tutto tondo: oggetti difficili se non impossibile da realizzare a mano o tramite calcatura su stampo. Anche in questo caso si utilizza uno stampo in gesso però chiuso al cui interno viene colata l’argilla liquida.
L’acqua dell’argilla viene assorbita dalla parete in gesso e pian piano si crea lo spessore, dopo qualche ora l’oggetto si è formato ed è possibile estrarlo dallo stampo, rifinirlo per eliminare le sbavature e lasciarlo ad essiccare all’aria.
Con il colaggio non c’è limite di realizzazione per la nostra ceramica, una volta realizzato lo stampo possiamo proporre gli oggetti più ricercati. Una volta cotto ad una temperatura di circa 1000° centigradi si ottiene il biscotto.